TUTTE LE NEWS / DETTAGLIO NEWS

17.07.2024

Radionuclidi nei funghi selvatici ticinesi

I funghi sono considerati efficaci bioindicatori della radioattività ambientale, poiché hanno la capacità di assorbire e trattenere il cesio presente nel suolo.

Anche quest'anno, il Laboratorio cantonale ha condotto un esteso monitoraggio della radioattività residua derivante dall'incidente di Chernobyl del 1986, ancora presente nei funghi selvatici commestibili della regione.

Sono stati analizzati 33 campioni di funghi selvatici, appartenenti a quattro specie commestibili, raccolti sul territorio ticinese da membri locali dell'Associazione svizzera dei controllori di funghi VAPKO.

Tutti i funghi analizzati contenevano Cs-137, ma nessuno dei campioni ha superato il limite massimo consentito per questo radionuclide artificiale.

Come già rilevato in passato, i livelli più elevati di Cs-137 sono stati riscontrati nella specie Imleria badia (nota anche come Xerocomus o Boletus badius).

Al contrario, la Macrolepiota procera, comunemente chiamata mazza di tamburo, uno dei funghi commestibili più vistosi, conosciuti e apprezzati che cresce nei prati, è risultata la meno contaminata.

La contaminazione radioattiva dei funghi commestibili selvatici del Ticino è complessivamente contenuta.

Dal punto di vista radiologico, la presenza di Cs-137 si aggiunge a quella naturale di K-40.

Entrambi i radionuclidi contribuiscono all'esposizione annua alle radiazioni ionizzanti, ma l'impatto dosimetrico della contaminazione dovuta al consumo di funghi è comunque di scarsa rilevanza.

Articolo a cura di Alberto Bresesti per www.bkn.digital.

Iscrizione alla Newsletter