10.09.2025
Caseomorfina: perché il formaggio conquista
Dalle grotte di stagionatura agli alpeggi, i formaggi svizzeri portano con sé il profumo dell'erba di montagna e il lavoro paziente dei casari.
L'Emmentaler con i suoi occhi perfetti, il Gruyère dalla pasta compatta e saporita, l'Appenzeller con le sue note speziate: ognuno racconta un territorio, una tradizione e un'arte secolare.
Ma oltre alla cultura e alla tecnica, c'è un piccolo segreto che contribuisce al loro fascino: la caseomorfina.
Questo peptide, che si sprigiona dalla digestione della caseina, accende nel cervello una gratificazione simile a quella data dagli oppiacei, seppur in forma lieve e naturale.
La scienza spiega così perché una fonduta o una raclette sanno regalare non solo gusto, ma anche conforto.
L'abbinamento con i vini esalta il tutto: un Fendant del Vallese che accompagna la cremosità della raclette, oppure un Pinot Nero svizzero che sostiene l'intensità di un Gruyère stagionato.
Non è solo un gioco di equilibri gustativi, ma un incontro che amplifica quel piacere "molecolare" che i formaggi portano con sé.
Così, i formaggi svizzeri si confermano non soltanto come simboli di qualità e di tradizione alpina, ma anche come ambasciatori di un piacere che ha solide radici nella scienza del gusto.
Articolo a cura della Redazione.