09.07.2016
Intervista ad Aldo Rampazzi
a cura della Redazione. Abbiamo il piacere di
pubblicare l'intervista che ci è stata rilasciata dall'Architetto Aldo
Rampazzi, Presidente di Ticino Turismo.
I dati sul turismo in Ticino, che regolarmente possiamo leggere,
indicano la maggior parte delle volte cifre negative, si veda ad
esempio il numero di pernottamenti. Da un lato è vero che c'è la crisi
economica a livello europeo, ma forse è altrettanto vero che il Ticino
non ha saputo cogliere, ad esempio, la ripresa in Germania e nemmeno il
buon andamento dell'economia svizzera, tanto più che tedeschi e svizzeri
d'oltre San Gottardo sono per il Ticino i turisti più importanti. Cosa
non si è fatto che si poteva fare?
Il mondo turistico cambia ovunque e costantemente. Le condizioni del
"boom" degli anni '70 di cui il nostro Cantone ha approfittato, quando
il Ticino rappresentava il "primo sud", non sono quelle odierne. Per
molti anni si è vissuto di rendita. Ci si è un po' adagiati sugli
allori. Oggi la musica è cambiata. Cionondimeno, non dimentichiamo che
rimaniamo una destinazione turistica che genera milioni di pernottamenti
all'anno. Non nego che sia necessario rimboccarsi le maniche ed
affrontare con coraggio il futuro. Occorre profilarsi e posizionarsi in
maniera chiara su un mercato che è sempre più globale. Tuttavia resto
convinto che, al posto di cercare responsabilità passate, si debba
guardare avanti investendo in maniera mirata per offrire al cliente il
giusto valore aggiunto. Se vogliamo dirlo attraverso una metafora: per
poter raccogliere i frutti del proprio operato, bisogna anche
costantemente seminare.
È vero che la tendenza in ambito turistico evidenzia una
diminuzione, non tanto di turisti, quanto della durata del soggiorno
medio, tuttavia credo resti il problema dell'incapacità delle nostre
città, delle nostre destinazioni, di invogliare un più ampio spettro di
turisti, che comunque a livello europeo e mondiale è in aumento. Sono i
singoli attori turistici che non sanno cambiare la rotta e migliorare
l'offerta, oppure è la scarsa efficacia dell'organizzazione turistica
ticinese a determinare il problema, sebbene negli ultimi tempi questa
abbia iniziato un processo di rinnovamento che dovrebbe portare dei
frutti?
Quando le cose non vanno bene spesso si tende a cercare un responsabile,
nel turismo così come in altri ambiti. In verità, l'esperienza
turistica va vista come una catena costituita da una lunga serie di
anelli indipendenti (accoglienza, trasporto, alloggio, ristorazione, e
così via) dove, affinché la vacanza sia riuscita, tutto deve quadrare.
Il nostro ruolo è quello di garantire questa unità d'intenti senza
tuttavia poterla direttamente controllare. Il marketing, compito che con
la nuova Legge sul turismo spetta anche alle quattro Organizzazioni
turistiche regionali, lo si può fare al meglio quando si dispone di un
prodotto di qualità. Quindi riallacciandomi alla metafora della catena
di anelli, è necessario che ciascun attore che compone l'esperienza
turistica si adoperi per assicurare il prodotto finale. A mio modo di
vedere è un po' questo il fulcro della visione strategica alla quale
negli ultimi anni si sta lavorando.
Accenniamo alle strutture ricettive per capire se sono adeguate
ai tempi e anche in una prospettiva futura, specie dopo l'apertura della
nuova galleria di base del San Gottardo?
La realtà̀ turistica in Ticino è molto eterogenea. Da un lato c'è chi
sta lavorando molto bene e continua a rinnovarsi. Ci sono imprenditori
che stanno investendo e hanno il coraggio di aprire nuove strutture, ma
ve ne sono altri che "vivono ancora sugli allori" rifacendosi ad un
modello di business degli anni '90 ormai non più̀ adatto al mercato
turistico odierno. Sono strutture che non hanno saputo o potuto
adattarsi e ora si trovano in difficoltà. Proprio per dar loro una mano
dal mese di gennaio di quest'anno abbiamo introdotto la figura
dell'Hospitality manager. In generale, a mio avviso è importante che ci
siano strutture ben profilate, che sappiano offrire qualcosa di speciale
e che siano uniche affinché, all'interno di un mercato sempre più
affollato di proposte, si distinguano chiaramente. Questo vale per
l'intero settore: dalla struttura 5 stelle, alla capanna alpina,
passando per il B&B particolare, l'alberghetto design, ma anche una
struttura come il Lido oppure la palestra di arrampicata. Sono tutti
esempi che hanno deciso di profilarsi in maniera precisa e di puntare,
in termini di prodotto e di marketing, ad una precisa categoria di
utenza. Dal punto di vista turistico questa variante è fondamentale.
Il Ticino ha senza dubbio dei punti forti, come la bellezza del
territorio, le manifestazioni anche internazionali, l'enogastronomia, il
clima, la sicurezza ecc., tuttavia ha anche dei punti deboli, come
prezzi e costi elevati, il traffico, poca collaborazione fra i diversi
attori privati e istituzionali, la liberalizzazione dell'apertura dei
negozi ecc. Quali sono le iniziative concrete di Ticino Turismo per
risolvere o per lo meno attenuare le conseguenze dei punti deboli?
Quelli da lei elencati sono effettivamente dei punti deboli che
penalizzano il nostro Cantone. I principali progetti ai quali stiamo
lavorando, e che toccano tutti i temi da lei menzionati, sono tutti
riassunti nella piattaforma Turismo in Ticino verso il 2030
che di recente abbiamo presentato ai media. Grazie a questo strumento
il settore turistico in Ticino viene presentato nella sua complessità e
in tutte le sue sfaccettature. La piattaforma non si limita però a
fotografare luci ed ombre del settore, ma espone e descrive una serie di
soluzioni concrete. Alcune di queste sono già state messe in atto come
l'introduzione dell'Hospitality manager, figura di riferimento nei
rapporti con gli alberghi, o il progetto "hikeTicino", nato con
l'obiettivo di valorizzare gli itinerari escursionistici del Cantone.
Altre invece, come l'eventualità di offrire il trasporto pubblico
gratuito ai turisti pernottanti o lo stimolo dell'accoglienza attraverso
iniziative puntuali rivolte alle scuole e alla popolazione, sono in
fase di definizione.
Lei è stato Sindaco di Ascona per 16 anni, una cittadina da
molti citata per la sua gestione turistica. Ovviamente Ascona può godere
di una situazione e di una storia particolari, tuttavia per alcuni
aspetti forse può costituire un esempio per altre località del Cantone?
Effettivamente il Comune di Ascona ha potuto godere di una situazione
climatica e di una storia molto particolari. La sua fortuna, a livello
turistico, è iniziata già agli inizi del Novecento quando Ida Hoffmann e
Henri Oedenkoven fondarono il "Sanatorium del Monte Verità". Da qui
nacque la colonia del Monte Verità frequentata, tra gli altri, anche da
Hermann Hesse, Rainer Maria Rilke, Erich Maria Remarque e Otto Gross. La
fama della località è poi continuata nei decenni successivi tanto che,
negli anni '70, nelle strade circolava l'Opel Ascona. Credo tuttavia che
la fortuna di cui ha potuto beneficiare il Comune sia stata favorita da
un notevole spirito imprenditoriale che certamente sarebbe da prendere
come esempio anche in altre realtà del Cantone.