10.12.2019
Qualità dell'olio per frittura
L'uso della friggitrice per la cottura di alcuni prodotti permette - oltre che di ottenere determinate qualità organolettiche (per esempio croccantezza) - di garantire la sicurezza microbiologica grazie alle elevate temperature che vengono raggiunte (170-180 °C).
La salubrità del prodotto può venire tuttavia meno se si fa un utilizzo scorretto dei grassi e degli oli nella frittura.
Il processo mette infatti a dura prova la stabilità del grasso utilizzato.
L'ossigeno che viene a contatto con l'olio portato ad alte temperature genera infatti prodotti di degradazione.
La temperatura a cui inizia il processo di degradazione è chiamata punto di fumo.
La qualità dell'olio si analizza in laboratorio utilizzando il parametro delle "parti polari", ossia la percentuale di composti derivanti dal processo termo-ossidativo presenti nel liquido sotto esame.
Ai sensi dell'Ordinanza del DFI (Dipartimento federale dell'interno) sulle derrate di origine vegetale, i funghi e il sale commestibile (ODOV) del 16 dicembre 2016 tale valore, nei grassi e negli oli commestibili per friggere, non deve superare il 27% (270g/kg).
Il Laboratorio cantonale ha prelevato nel corso del 2019 ben 76 campioni di olio per frittura da friggitrici, 52 da esercizi pubblici, 22 da take away e 2 da food truck.
Gli esiti analitici non conformi sono stati 14 (18% del totale campionato), 9 (12% del totale) relativi a take away e 5 (6% del totale) a esercizi pubblici.
In sintesi nei take away ben il 41% degli oli prelevati è risultato non conforme, mentre nei ristoranti la quota si è attestata al 10%.
In 10 dei 14 casi, oltre alla contestazione amministrativa, si è aperta una procedura contravvenzionale a carico del responsabile dell'attività a causa del massiccio superamento del valore massimo ammesso di parti polari.