19.12.2020
GastroTicino delusa per le decisioni del Consiglio federale
Il Consiglio federale non riconosce che la gastronomia è in grave difficoltà; la chiusura dal 22 dicembre 2020 al 22 gennaio 2021 è cosa fatta: quello che incredibilmente manca è un piano finanziario di aiuti concreti e veloci al settore, come fatto in primavera.
Questo perché i membri borghesi del Consiglio degli Stati hanno affossato l'annunciata soluzione ad hoc per la gastronomia.
"Per innumerevoli ristoranti questo significa la fine", sottolinea innervosito Massimo Suter, presidente di GastroTicino.
"La decisione comunicata ieri dal Consiglio federale per il settore è, infatti, un vero e proprio disastro. Moltissime aziende sono state private della loro ultima speranza. I fallimenti difficilmente potranno essere evitati. Sono in gioco decine di migliaia di posti di lavoro. Tutto ciò nonostante il continuo lavoro di sensibilizzazione e informazione delle autorità portato avanti da GastroSuisse e da GastroTicino, e nonostante il deciso intervento delle associazioni di categoria per far comprendere ai politici la gravità della situazione".
GastroTicino è delusa perché la tanto ventilata soluzione per il settore resterà una mera chimera e, se si dovesse optare per degli aiuti, questi arriveranno non prima della primavera, quando sarà troppo tardi e la valanga di fallimenti e licenziamenti non potrà più essere arrestata.
GastroTicino e il suo presidente Massimo Suter comprendono che sono assolutamente necessarie misure incisive e rapide per combattere la pandemia, riconoscendo l'assoluta priorità di garantire la salute pubblica.
"Tuttavia, le conseguenze delle misure per combattere il diffondersi del virus, si applicano principalmente al nostro settore e le autorità non vogliono aiutarci. Ma non ci arrendiamo e chiediamo con forza che il Consiglio federale definisca ora misure di soccorso rapide e urgenti con i Cantoni. Per molti, come già ribadito, l'aiuto arriverà troppo tardi".
"Ieri, poi, il Consiglio federale ha deciso di lasciare aperto uno spiraglio per quei Cantoni in cui il tasso di riproduzione risulti sotto l'1. Soluzione machiavellica e complicata, che oltre a creare confusione tra i clienti, è penalizzante per il nostro Cantone e i suoi locali che si vedono privati della possibilità di poter lavorare".
L'industria enogastronomica è fondamentale per la vita sociale, culturale ed economica della Svizzera.
"Con la decisione di ieri - aggiunge Suter - il Consiglio federale interferisce ancora di più sulla libertà economica garantita dalla Costituzione. La decisione comporta una perdita di quasi 2,5 miliardi di franchi per il settore. Per finanziare i costi fissi non coperti è necessario circa il 30% del fatturato. Necessitiamo quindi di almeno 600 milioni di franchi al mese per poter coprire proprio i costi fissi. Il Consiglio federale deve ora assumersi la responsabilità di migliaia di fallimenti e di altre decine di migliaia di disoccupati".
A tutto ciò si aggiunga una situazione altrettanto difficile per i giovani.
I posti per gli apprendisti sono a rischio e regna l'incertezza anche per il prosieguo del loro iter scolastico e per il numero di nuovi contratti con le aziende.
Auspicando che le autorità siano sensibili e promuovano misure a tutela dell'apprendistato, GastroTicino desidera ringraziare il Cantone che nell'ambito del pacchetto di misure "Più Duale Plus", ha deciso di erogare un contributo una tantum di 2'000 franchi per ogni nuovo contratto di tirocinio stipulato per l'anno scolastico 2020/2021.
Questo ennesimo schiaffo alla ristorazione non impedirà a GastroTicino e ai suoi uffici, come già in primavera e durante tutto il 2020, di assicurare ai propri associati, non solo una vicinanza morale, ma anche l'assistenza per tutto quanto concerne la parte burocratica e giuridica delle varie misure adottate dalle autorità.
Leggete le newsletter e seguite sempre il sito www.gastroticino.ch che informa in tempo reale sulle norme e le misure che regolano il settore durante la pandemia.
Giovedì sera GastroTicino aveva invitato i soci ad accendere simbolicamente un fuoco davanti al loro locale per far sapere alla popolazione che il settore è in fiamme.
Decisioni come quelle di ieri se non accompagnate da aiuti immediati, semplici e a fondo perso, ridurranno in cenere centinaia di aziende e manderanno in fumo il futuro di migliaia di famiglie.